Lettori fissi

09 gennaio 2014

Polaris.

Di passaggio! Ho iniziato a voler partorire progetti tenuti conservati da una vita. Questo è il primo e più amato fra tutti.
Ci sto lavorando, dunque non svelerò ancora il nome!
Anche se a pensarci bene, su facebook l'ho già fatto.. vabè ._.

Ordunque ecco una nuova illustrazione, fresca fresca.



"Si accomodava lì, sullo stesso piccolo vecchio tempio in cui giocava da bambina, con le sue fantasie. 
Per lei era come stare in una casa, di cui fingeva sistemarne i pezzi, di metterne ogni cosa al proprio posto. Immaginava di esserne la padrona, anche se non avrebbe mai veramente potuto definirsi tale, prepotente era l'aggettivo che meno le si addiceva. Era invece una madre, una sorella, una figlia, la colonna portante di un monumento corroso dal tempo.
Non era più sua dimora ormai, forse non lo è mai veramente stata.
Nonostante fosse la cosa che abbia da sempre più amato al mondo, non ha mai sentito di farne davvero parte.
Troppo grandi erano i massi di pietra che le si sbriciolavano davanti a quegli occhi impotenti.
Quegli stessi occhi pieni di speranza e di luce non l'avrebbero aiutata, perché essi non eran fatti per spostar massi.. ma per guardar le stelle.
E una volta compreso questo, iniziò ad osservarle ogni notte, incantata, come in preda ad un richiamo che le faceva bramare il cielo.
Si sentiva così viva che le doleva il cuore, poiché l'unico pensiero che le attanagliava la mente era il timore di fallire nel raggiungimento del firmamento.
Avrebbe mai potuto superare gli ostacoli imposti dalla forza di gravità? E nel caso in cui ci sarebbe riuscita a lasciare le rovine che la ospitavano, avrebbe veramente meritato un paradiso come quello esposto dal cielo notturno? Di raggiungere ciò che l'avrebbe fatta sentire parte di una propria dimora, di un vero rifugio?
Eppure nella notte più buia indirizzò il dito al cielo, indicandone il punto dettatole dal cuore.
Inaspettatamente iniziò a levitare, grazie al pronunciare di una semplice parola che fu in grado di oscurare ogni sua angoscia, capace di farle spiccare il volo. Era il nome della sua destinazione, quello di una stella in attesa del suo arrivo e della loro unione: Polaris."

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